
Sono ore di attesa, queste, per tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella vicenda di Giuseppe Marchesano, il 27enne trovato morto a CasteldelBosco nel comune di Montopoli in via di Dietro nella serata di sabato 10 novembre. Gli inquirenti attendono i primi reperti che arriveranno dall’autopsia e dall’analisi del materiale recuperato dei nuclei scientifici dei carabinieri di Pisa.
Anche Danny Scotto, il giovane di Chiesina Uzzanese in stato di fermo ritenuto dagli inquirenti l’assassino di Marchesano, attende, rinchiuso nel carcere Don Bosco di Pisa di essere ascoltato dal giudice per le indagini preliminari che dovrà convalidare il fermo in arresto. Un delitto maturato in un contesto passionale, nel senso che i due erano stati per lungo tempo amici, fin dalle scuole superiori e che poi per motivi ancora da chiarire si erano allontanati nel corso dell’ultimo anno. Un delitto che anche nelle modalità infatti fin dall’inizio sembrava nascondere una componente passionale, a cominciare da quel caricatore di pistola svuotato addosso a Marchesano, nell’impeto della rabbia che andava scemando ad ogni colpo, facendo calare la mano dell’assassino che ha esploso gli ultimi proiettili alle gambe, secondo le ipotesi degli investigatori.
Domani intanto, intorno alle 13, comincerà l’autopsia sul corpo della vittima affidata al medico legale Silvia Toni, mentre per venerdì prossimo, ultimo giorno utile è atteso l’interrogatorio di garanzia del gip e la relativa convalida del fermo.
Anche la posizione di Danny Scotto è ferma: il presunto assassino continua a negare ogni addebito nonostante si sia contraddetto più volte nell’interrogatorio di lunedì e non abbia saputo fornire spiegazioni sul alcuni elementi, come i suoi spostamenti e la presenza della sua auto nella serata di venerdì a circa 4 chilometri dalla casa di Marchesano. (g.m.)