Concerie, piazzali da adeguare in 2 anni. ‘Rischio paralisi’

10 aprile 2017 | 11:12
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Concerie, piazzali da adeguare in 2 anni. ‘Rischio paralisi’

Due anni di tempo per adeguarsi. Due anni entro i quali tutte le aziende conciarie, terzisti compresi, dovranno separare la raccolta delle acque meteoriche delle coperture da quella degli spazi esterni, intervenendo con lavori e opere edili per adeguare i propri piazzali. È quanto prevede il regolamento approvato dal comune di Santa Croce nell’ultimo consiglio comunale. Un regolamento che non convince i consiglieri di Ricostruiamo, soprattutto perché introduce obblighi e prescrizioni che vanno al di là di quanto previsto dalla legge regionale.

“In consiglio comunale – spiega la consigliera Fulvia Quirici – il regolamento ci è stato presentato come frutto della necessità di adeguarsi alla decreto del presidente giunta regionale (Dpgr) del 2008, lasciando anche intendere che fossimo in ritardo. In realtà, andando a leggere cosa scrive la legge regionale, scopriamo che le nostre aziende erano già perfettamente in regola: per le zone ad alta densità produttiva, infatti, si prescrive che tutte le acque siano comunque inviate ad un impianto centralizzato di depurazione, esattamente come avviene da noi”. L’amministrazione, però, a detta di Ricostruiamo, avrebbe inserito prescrizioni aggiuntive, a cominciare dall’obbligo di separare, attraverso appositi impianti di raccolta, le acque meteoriche dei tetti e delle coperture da quelle dei piazzali, dove ovviamente le acque possono entrare in contatto con sostanze chimiche potenzialmente inquinanti. “Non si capisce – dice Quirici – perché si sia scelto di fare una sorta si marcia indietro, chiedendo cose aggiuntive rispetto alla legge sovraordinata”.
Da qui la richiesta di chiarimenti, per conoscere le ragioni di questa scelta, minacciando in caso contrario la richiesta di un consiglio comunale aperto. Secondo Ricostruiamo, infatti, il rischio non è solo quello di sobbarcare molte aziende di una spesa importante, ma anche di paralizzarne l’attività: “Perché nelle imprese conciarie – dice Quirici – il piazzale è parte integrante del ciclo produttivo. Del resto, anche l’articolo 42 del decreto della giunta regionale, precisava che, per richiedere di differenziare le acque, occorre tener conto dell’attività e degli spazi di manovra, proprio per non compromettere l’attività”.
A far discutere, poi, è il limite di 2 anni entro il quale adeguarsi, contro un decreto regionale che ne prevedeva 4, unito al fatto che il regolamento comunale non contempla alcuna asclusione da quest’obbligo. “Nelle premesse – prosegue la consigliera – si spiega subito chiaramente che il regolamento si applica a tutti, senza escludere quelle aziende che non scaricano acqua. Allora mi chiedo, dal 2008 ad oggi, perché non siano state date precise prescrizioni ogni volta che è stato rilasciato un permesso per un nuovo insediamento produttivo o per un ampliamento. Alcune aziende più nuove sono già attrezzate da questo punto di vista, ma solo per lo scrupolo e la ‘bontà’ di qualche tecnico che magari aveva già lavorato in altri comuni”.
Questioni sulle quali i consiglieri di Ricostruiamo chiedono spiegazioni all’amministrazione. “In caso contrario – dice il capogruppo Flavio Baldi – ci serviamo di richiedere un consiglio comunale aperto al quale saranno invitati cittadini e imprenditori”. (g.p.)