“Le concerie non pagano” e Cuoio Depur vuole ridurre i dipendenti

La procedura di messa in mobilità per nove dipendenti ha data 23 marzo. La Cuoio Depur Spa ha manifestato la volontà di licenziare un terzo dei suoi 29 dipendenti a causa di problemi economici. La notizia è stata diffusa oggi 21 aprile dal Movimento 5 Stelle di San Miniato, ma i sindacati hanno già incontrato l’azienda e la parte pubblica.
“Noi sindacati e anche il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini ci siamo detti assolutamente contrari ai licenziamenti – spiega Loris Mainardi della Cgil -. Crediamo che ci siano altre strade da percorrere: all’azienda, insieme alla Cisl, abbiamo presentato delle proposte. Martedì 28 incontreremo di nuovo l’azienda che ci farà sapere cosa pensa delle nostre controproposte”. La necessità di una riduzione tanto drastica dei lavoratori, a quanto spiegato dall’azienda al sindacato, deriva dalla difficoltà di essere pagati per la depurazione acqua da alcune concerie di Ponte a Egola, a loro volta vittime della crisi. “Una crisi, però, che non possono pagare i lavoratori – secondo Mainardi -. Tra l’altro, i dati di bilancio che abbiamo visto noi sono del 2013”. In pratica, l’azienda vorrebbe far pagare meno le concerie per la depurazione, così che paghino tutte, ma per fare questo dovrebbe abbattere i costi, a partire da quelli del lavoro, da ridurre, in pratica, di un terzo. “Tra le soluzioni, l’azienda ci ha illustrato la volontà di esternalizzare il laboratorio, ma secondo noi dovrebbe reinternalizzare tutto, così da abbattere qualche costo di consulenza”.
Questa mattina i 5 stelle hanno protocollato in comune una domanda a Gabbanini: “quale azione intenda intraprendere a tutela dei lavoratori, degli imprenditori e dei cittadini e per quali motivi non siano state adottate misure alternative al licenziamento”. Intanto il sindaco si è detto fermamente contrario ai licenziamenti.
Elisa Venturi