Il sindaco di Pisa contro il centro di accoglienza individuato dalla prefettura

“Non siamo stati coinvolti. Immobile non idoneo, sia per le condizioni sia per l’ubicazione”

No al centro di accoglienza in via Diotisalvi. Oggi il sindaco di Pisa Michele Conti ha risposto al question time presentato dal capogruppo della Lega, Edoardo Ziello, per sapere se la scelta dell’immobile in zona Ingegneria, ipotizzata dal prefetto di Pisa, fosse stata precedentemente condivisa con il sindaco.

“Nella prima riunione – ha spiegato il Sindaco Conti – che si è svolta a Firenze circa 10 giorni fa, alla presenza dei sindaci dei capoluoghi toscani e dei prefetti, siamo stati informati che in provincia di Pisa sono state assegnate circa 400 persone richiedenti asilo, sulla base dei criteri di assegnazione che hanno tenuto conto sia della superficie delle province che del numero di abitanti. In sede di Comitato di ordine pubblico a Pisa, il prefetto ha chiesto ai sindaci della provincia di ipotizzare eventuali strutture da adibire a centri di accoglienza, senza menzionare ipotesi specifiche sul territorio”.

Poi, invece, la scoperta. “Senza alcun coinvolgimento del Comune – attacca Conti – abbiamo appreso dalla stampa locale che la Prefettura ha individuato un fabbricato davanti al Dipartimento di Ingegneria, a poche centinaia di metri dalle aule studio universitarie, dall’area monumentale e per eccellenza turistica della città, dalla stazione di San Rossore e dall’ospedale Santa Chiara”.

Una scelta che il primo cittadino non condivide per niente: “Si tratta di un immobile di proprietà del Demanio che si trova in una posizione assolutamente non idonea, inserito in un contesto urbano ad alta densità di studenti, turisti e residenti, dunque già gravato da esigenze complesse e da molti problemi. L’immobile inoltre si presenta in condizioni fatiscenti, con infiltrazioni dal tetto e impianti non a norma. Nessuno si vuole sottrarre alle proprie responsabilità, ma crediamo che quell’immobile non abbia le caratteristiche per ospitare le attività di accoglienza. Siamo convinti che sia necessario trovare soluzioni diverse e soprattutto condivise con i sindaci che conoscono il territorio e sono quotidianamente impegnati nella gestione delle comunità locali”.

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